Un sogno di “quasi” mezza estate
Due sono le domande: di quale sogno stiamo parlando e perché di “quasi” mezza estate, cosa c’entra tutto ciò con il recente RUN Romediolanum?
Un poco di pazienza e leggendo l’articolo si capirà meglio.
La storia di questo RUN comincia con la solita comunicazione di gruppo: “Questa è la chat dedicata all’evento……un po’ di spam ci stà ma senza esagerare….” da quel momento ognuno si sente autorizzato a scrivere e publicare ciò che vuole, ma è divertente così.
E’ il 15 luglio, giovedì, il giorno precedente la partenza, i commenti sulla chat si
susseguono rapidi, Simone con un messaggio vocale saluta tutti i partecipanti, sintetizza il percorso che ci attenderà e ci informa delle previsioni meteo che non saranno favorevoli durante il viaggio; Marco ci comunica la formazione e le raccomandazioni per la sicurezza durante il tragitto, qualcuno gioca sul “pollicione dell’OK” come una possibile richiesta di autostop, infine il fatidico messaggio “ domani ore 06:30 appuntamento stazione Salaria Est, bottone ore 07:00 ”, Sandro ci ricorda “ le chiavi di riserva” o ricordarsi del PIN per lo sblocco dell’allarme, poi qualcuno ipotizza il “ martello di Thor” per forzare il bloccasterzo.
Arriva il giorno della partenza, è Venerdì mattina, il primo messaggio di buongiorno alle ore 04:48 è di Roberto, poi di seguito tutti gli altri, l’adrenalina comincia a crescere nonostante l’ora presta del mattino, ci si prepara per un sogno da fare insieme, un sogno che sta per essere raccontato.
Il titolo del RUN non esplicita la componente emotiva: un gruppo di motociclisti , di intrepidi navigatori delle strade, in questo viaggio da Roma a Milano e poi verso Bolzano 65 equipaggi in perfetta formazione senza alcun timore percorreranno circa 1700 km in tre giorni, uniranno il loro cuore con quello di altri fratelli provenienti dal Chianti, da Milano, da Bolzano, per un bellissimo run che prevede la scalata dei due più importanti valici alpini italiani : il Gavia e lo Stelvio.
Salaria Est, serbatoi pieni, riunioni di gruppo, foto. Si accendono i motori, ordinatamente ognuno si colloca al proprio posto nella formazione, 07:05 si parte.
E’ bello viaggiare con il fresco della mattina, poi un poco di pioggia a tratti tra Firenze e Bologna; ma qual’è il problema, ci si ferma, si indossa l’abbigliamento adeguato e via percorrendo la strada che ci porterà a Milano.
Come non descrivere l’accoglienza a Milano prima dal concessionario che ci ha permesso di rifiatare del lungo viaggio appena percorso, il mitico Roberto Schultz e lo splendido gruppo del Mediolanum Chapter ; la serata al locale per mangiare e bere tutti insieme e poi il giro per la Milano notturna; ma attenzione, senza fare troppo tardi perché il giorno dopo ci aspetta un faticoso viaggio verso le montagne.
Percorrere la Franciacorta è stata una esperienza unica, questa bellissima zona collinare tra Brescia e la estremità meridionale del lago di Iseo, stupendo lago incastonato tra montagne e bellissime colline,tra vigne e frutteti, olivi e boschi di castagno. Si possono intravedere piccoli tratti di spiagge, un percorso tra rupi a strapiombo e speroni di roccia. D’obbligo una sosta per per riposare e godersi il panorama.
Poi si parte di nuovo con lo sguardo orientato verso i monti !
Chi è quell’individuo che voglia chiamarsi Motociclista con la M maiuscola che non desideri o abbia desiderato fare almeno una volta il passo dello Stelvio , chi è quell’individuo che voglia chiamarsi MOTOCICLISTA, con tutte le lettere maiuscole, che non abbia desiderato arrampicarsi con la propria moto verso il passo di Gavia.
Immaginarsi un lungo serpentone di bisonti a due ruote che si inerpicano tra questi passi senza timore, ognuno con la strada negli occhi, con le narici aperte allo spasimo per cogliere ogni odore proveniente dal proprio mezzo e dalla natura che li circonda .
Il passo di Gavia è un valico alpino delle Alpi Retiche vicino all’Ortles che mette in comunicazione due valli stupende: la valle del Gavia e la valle Camonica, il valico posto a 2652 m. s.l.m. in un percorso di 17 km al valico con una carreggiata particolarmente stretta, pendenze elevate, pochi parapetti e protezioni.
Si viaggia abbagliati dalla bellezza di questi luoghi. l’emozione pervade ognuno di noi, le rocce, la neve, i profumi ma anche i diversi gruppi di ciclisti che con forza e grande animo sfidano con amore le difficoltà della salita.
Un valico che a volte porta dolore e disperazione ed è doveroso andare indietro nel tempo e nella memoria dell’incidente del 1954 dove un veicolo militare con a bordo 21 giovani alpini si rovesciò in una scarpata per il cedimento del fondo stradale causando la morte di 17 giovani.
Quando si arriva a quota 2652 m si presenta davanti ai nostri occhi il Rifugio Bonetta, si parcheggiano le moto, si sgranchiscono le gambe, si è felici di stare insieme, li osservo e vedo sia la stanchezza ma anche la gioia di essere lì, leggo il sogno che si sta realizzando, ci si riprende dallo stupore e via con le foto.
Foto di tutti i tipi: tradizionali, singole, di gruppo, amatoriali, professionali per testimoniare la presenza e le meraviglie che ci circondano.
Essere lì con tanti amici e condividere quanto di bello vi è intorno a noi ci fa stare bene con noi stessi e con tutti gli altri.
Ma è tempo di ripartire scendere in fila indiana verso l’Ortles per affrontare il mito per eccellenza : il passo dello Stelvio che con i suoi 2758 m s.l.m. è il piu alto valico stradale italiano con i suoi 88 tornanti da Bormio al valico e giù verso Trafoi è la tipica tappa per il titolo di scalatore di montagna nel giro d’Italia.
Si arriva, fa freddo , le foto a testimonianza, il rifugio Garibaldi in alto a sinistra guardando il passo e gli impianti di risalita sulla nostra destra avvolti dalle nubi che si scorgono con tanta fatica. Non c’è tempo il giro è lungo sembra ormai un gruppo di scalatori provetti che osservano ammirati la valle del Brolio, il ghiaccio dell’Ortles, ed i negozietti che fiancheggiano la strada. Via verso Trafoi , una breve sosta in questo paese a 1570 m. s.l.m. dellAlto Adige. La natura intatta che rende affascinante questo territorio con le sue chiese, le rocche, i monasteri tra cui famoso quello di Mustair.
Ci dirigiamo verso il passo Resia con il famoso campanile che si vede in mezzo al lago, peccato il tempo. Una leggera pioggerellina ci accompagna in questa sosta comunque gradita.
Poi l’incontro a Forst (Foresta) con gli amici del chapter Dolomiti che ci hanno scortato verso il concessionario di Bolzano dove in un grande piazzale abbiamo mangiato e bevuto insieme; grazie di cuore amici per la vostra accoglienza !
Qualcuno dirà: “abbiamo compreso il sogno ma che c’entra la “quasi” di mezza estate”?
C’entra eccome, quando si parte il 16 luglio ci si preoccupa al caldo intenso lungo il viaggio, è un dovere partire presto per ridurre i chilometri sotto il sole del mese più caldo dell’anno . A noi è capitato di prendere acqua tra Firenze e Bologna e poi arrivati a Parma, in una stazione di servizio siamo stati investiti da un monsone di trenta minuti. “Fortuna ha voluto” che eravamo al riparo della pensilina, ne è venuta giù cosi tanta da non intravedere ciò che ci girava intorno, ho letto 20 gradi centigradi poi diventati 32 gradi quando ci siamo trovati nei pressi di Milano; un continuo metti e togli le attrezzature antipioggia e tutto questo lo chiamate tempo di mezza estate?
Un sogno di “quasi” mezza estate, mi piace ricordare questo RUN con questo titolo che raccoglie tutte le emozioni condivise tra noi, cosa c’è di piu bello che sognare insieme con i nostri amici guardando avanti con gli occhi vividi di emozione ed uno sguardo attento allo specchietto retrovisore per non lasciare mai nessuno indietro ?
Un’ultima cosa , dire grazie all’organizzazione potrebbe suonare ovvio, lo scrivo con sincerità in questo viaggio il grazie non è un obbligo ma è sinceramente ed affettuosamente dovuto, Tanti equipaggi, tanta strada difficile, condizioni climatiche molto variabili, incontri con altri gruppi, tutto in sicurezza, tutto come “al solito” e ciò è veramente incredibile per me.
Adattando una bella citazione presa da altri amici e che faccio mia: la prima in giù e tutte le altre in su per sognare insieme.
Fabio Serzanti