Il “Run del Sagrantino” è l’ ultimo run codificato del CHAPTER prima degli eventi natalizi (pranzo di Natale, cena Hells e Run dei Babbi Natale). Dopo un mese di novembre caratterizzato da un meteo disastroso, con piogge, allagamenti e danni ovunque, che hanno tenuto molti di noi lontano dalle moto, finalmente una giornata festiva caratterizzata da uno squarcio di tempo non bellissimo, ma accettabile.
I Run del sagrantino, in programma da tempo il 1 dicembre, non poteva essere collocato in un momento migliore, tale da farci godere ed apprezzare i meravigliosi colori di un autunno avanzato, che tra un po’ verranno soppiantati dal bianco e gelido generale Inverno. Ma andiamo con ordine, stavolta, rigorosamente cronologico.
Solito appuntamento a Salaria Est, già uscendo di casa percepisco una temperatura in picchiata rispetto ai giorni scorsi, l’aria è molto frizzantina. Fortunatamente faccio in tempo a “rinforzare gli ormeggi” portandomi due di tutto (due paia di guanti, due scalda collo in pile, due pantaloni, due cappelli di lana etc.), questa accortezza mi permetterà di alleviare sofferenze altrui!
Entrando a salaria est ci accoglie il Prof. Pellegrini con tanto di registro per l’appello (non sarà ammessa l’entrata in seconda ora).
Oramai, deformazione professionale, noto subito i numeri, siamo, come al solito, tantissimi, contare 40 moto e 50 persone è diventata una piacevole normalità, (provate ad immaginare che 40 Harley con relative distanze di sicurezza, occupano all’incirca 350/400 mt di strada), che da riscontro a chi dedica tempo e passione, per far sì che tutti si divertano in massima sicurezza.
Il primo vero freddo stagionale (i termometri dei Touring sofisticati indicano 6 gradi, ma conoscendone la tolleranza sappiamo che i gradi non sono più di 3 – 4), ha colto molti di sorpresa, quindi chi può fa ricorso al ricorso al “rinforzo degli ormeggi” di cui parlavo prima, con i pantaloni della cerata tra gli oggetti più gettonati e, per chi le ha, manopole riscaldate a palla! Io distribuisco le mie riserve (tipo Caritas) a chi ne ha più bisogno (vero Baroni?!), quasi tutti sono stati ingannati da un pallido sole che, però, oggi non riscalda! Una volta ristabilita un’accettabile temperatura corporea cominciano i saluti, gli abbracci e gli sfottò: c’è chi indossa il gilè’ nuovo di pacca (che fretta c’era dopotutto manca ancora un mese…), chi è tornato dalla crociera in forma non proprio smagliante… (sappiamo da voci interne alla MSC, che s’è mangiato il vice comandante e parte dell’equipaggio), chi ci delizia con le ultime modifiche fatte alla moto…. Poi all’ora fatidica, foto di rito, briefing, e partenza con i posti assegnati, come oramai da prassi.
Dopo il primo, breve, tratto di autostrada imbocchiamo la Salaria, la temperatura scende ancora, dopotutto stiamo salendo, le rare parti scoperte, soprattutto chi ha il casco aperto, diventano, strada facendo, di un viola livido tendente al paonazzo… ma proseguiamo imperterriti su una strada poco trafficata. Nei dintorni di Rieti un elicottero dei Carabinieri forestali si posiziona sulla parallela della testa del gruppo a non più di una ventina di metri da terra, e ci “scorta per un paio di km, è talmente basso che ci salutiamo con l’equipaggio, chissà che spettacolo da lassù, vedere questo serpentone di cromature luccicanti che si snoda lungo la strada…. ci fotografano loro a noi…. ma non è che stiamo andando troppo veloci??… poi con l’approssimarsi di una montagna per loro e di un tunnel per noi ci deliziano con una virata stretta a 180 gradi, che li rimette in direzione opposta alla nostra…facciamo ancora in tempo a fare un cenno di saluto con la mano, poi ognuno riprende la sua strada…strepitoso fuori programma!!!
Lasciamo la Salaria per la Valnerina passiamo sotto le cascate Delle Marmore, da cui esce solo un rivolo d’acqua, che però ci fa percepire L’imponenza di quasi 90 mt di salto. Direzione Bevagna Montefalco … regno del famosissimo Sagrantino, che da il nome a questo Run, e del quale vi parlerò più avanti. Siamo nella parte, territorialmente, meno aspra dell’Umbria, molto simile alle Langhe Piemontesi, questo ci permette di ammirare i colori splendidi delle vigne e dei boschi. Tonalità infinite di giallo, arancione, rosso che si stagliano sulle colline a lento declivio con un effetto cromatico sensazionale, sembrano colpi di pennello di un quadro impressionista (andate a vedere una foto dell’autunno di Monet e scopritene gli stessi identici colori) … ho visto tante volte questi scorci, ma ogni volta mi rapiscono e mi scaldano il cuore, come se fosse la prima!!
Siamo quasi giunti a destinazione, percorriamo lunghi stradoni in mezzo a vigne, come detto, coloratissime e filari di cipressi, il rumore delle nostre HD turba allegramente la pace di questi borghi, dove, si respira la quiete di una domenica di altri tempi.
Arrivo alla Cantina Dionigi , giusto per l’aperitivo, e qui permettetemi una divagazione personale: per parecchi di noi è un piacevole ritorno, venimmo qui nel Febbraio 2017 in occasione del “chi viene vale”, fu uno dei Run più divertenti fatti con il RC , di quelli che restano scolpiti nella memoria tipo il Mammut 2019…vi dico solo che dopo la cena fatta alla cantina (proprio nel posto del pranzo di oggi) , ci portarono nelle nostre stanze, che distavano qualche km, con un paio di pulmini… insomma non ci fecero riprendere le moto (Ernesto ti ricordi??!!). Il giorno dopo uno di noi, ometto il nome per pudore, si presentò al bar, sottostante le camere (alle7 di mattina) in mutande, zoccoli e canotta… Non si capacitava perché tutti lo guardavano strano!!!
Ma ritorniamo all’arrivo… ci accoglie all’entrata il titolare Roberto Dionigi, il panorama che si gode da portici e vetrate, di questa splendida location è di quelli che staresti a guardare per ore, in religioso silenzio, magari sorseggiando un calice di oro rosso… sicuramente le foto parlano meglio delle mie parole.
L’aperitivo che ci viene offerto ci riporta ad impellenti e materiali priorità!!
Entrare nella Sancta Sanctorum della cantina Dionigi è una chicca assoluta, filari di botti, con il frontespizio dipinto a mano di scene campestri creano un’esplosione di colori in un’atmosfera surreale con una soluzione di continuità con i panorami esterni…siamo quasi in religioso silenzio … qui riposa l’oro rosso, questo nobile vino, il Sagrantino di Montefalco, prodotto in un territorio ristrettissimo, solo 660 ettari tra i territori di Montefalco, Bevagna e Gualdo Cattaneo. Vino dolce, ma fermo dal colore rosso rubino da giovane, che si trasforma in un rosso granato, dopo minimo 33 mesi di riposo in botti di rovere. È un vino eucaristico, da qui l’origine del suo nome, se ne trova traccia in alcune pitture sulla vita di San Francesco del XIV secolo, tuttavia il primo documento scritto e certificato del sagrantino è datato 1549, una storia ricchissima di aneddoti.
Ero rimasto all’aperitivo nella cantina (dove qualcuno supplica miserevolmente di venirci chiuso!!), aperitivo che non è che il preludio ad un fugace pranzo servito in una sala sovrastante la cantina, da dove si gode, tanto per cambiare di uno splendido panorama. Più che un vero e proprio pranzo si tratta di una degustazione di vari vini, accompagnati da salumi, bruschette, zuppa di lenticchie e dulcis in fundo cantucci con passito! Degustazione di Bianchi, Grechetto in testa (notevole), rosso di Montefalco e sua maestà il Sagrantino la cui non decantazione ci fa godere in pieno del suo meraviglioso profumo, meno del suo gusto. Durante il pranzo il Director viene omaggiato della t-shirt con la scritta “riso e pollo” (il suo cibo preferito?), il Fabione, in stile e abbigliamento Catenacci-Bracardi ci riporta ai tempi del “quando c’era lui” (v. Foto), per l’ilarità di tutti noi. L’ora incombe, siamo stati tutti bravi a bere il giusto, le giornate ormai cortissime ci impongono un rientro in orari in genere desueto. Il crepuscolo ci regala ancora qualche scorcio dai colori infuocati. La sosta per il rifornimento ci dona il Com. Petretti alle prese con il volo della scopa (ruolo Befana 2020 assegnato!) e il miraggio di un caffè ci accompagna a Salaria ovest in un’unica soluzione…
Una bella domenica in ottima compagnia, con tanti km (400), curve quanto basta e permettetemi una considerazione: “siamo partiti uniti e siamo tornati uniti” come da tempo non si vedeva, nessuno si è mosso fino a che, anche chi ha avuto problemi con la moto, non è arrivato scortato o meglio “sospinto” (grandi Simo e Trampa) a salaria Ovest, termometro di un gruppo dove oltre alla presenza costante del Direttivo, l’intercambiabilità delle persone è un valore aggiunto e non scalfisce la voglia di stare insieme, divertirsi e macinare km.
Vorrei ringraziare tutti dal primo all’ultimo, come al solito sono stato estremamente prolisso, ma credo che questi report vengano fatti soprattutto per chi non c’era, noi le nostre emozioni ce le siamo vissute in diretta, quindi spero che queste righe facciano vivere dei bei momenti e che vi portino, impedimenti a parte, ad essere dei nostri la prossima volta; ora prepariamoci agli eventi pre-natalizi con il pranzo del Chapter ed il Run dei Babbi Natale… il più bello ed emozionante in assoluto! Un abbraccio a tutti e alla prossima.
Marco Coloricchio