La befana vien di notte
Col rumore di marmitte.
Non è una Abitudine, le abitudini contemplano comportamenti ai quali possiamo anche rinunciare e non è neanche una Tradizione, perché a volte le tradizioni vengono rispettate al di là del loro significato e valore.
È un Impegno. Questo è il termine corretto, per definire quello che l’Original ha onorato il giorno della befana. E già, perchè gli impegni si Onorano e Il Roma Chapter da questo punto di vista non teme confronti, che anzi, sempre bene accetti, diventano stimolo di miglioramento.
Quindi; seguendo di pochi giorni il Run dei Babbi Natale, che assieme ad altri Chapter ci ha visto compartecipi e precedendo di altrettanti pochi, la Donazione di Sangue presso l’Ospedale Grassi di Ostia, il sei gennaio si è svolto nell’ambito di un programma di Iniziative Solidali la Motobefana. Un Run particolare e, come tutti quelli di questa natura, molto intenso di significati. Si tratta semplicemente di portare doni a dei bambini accolti in strutture particolari, siano esse case famiglia, residenze di affido temporale, associazioni che curano l’infanzia abbandonata e altro ancora di natura simile.
Semplicemente questo, ma, e chi vive queste esperienze lo sa, quando si arriva sul posto, il Semplicemente svanisce, letteralmente evapora e si perde nella disarmante profondità degli occhi di un bambino.
Casa Famiglia Annibale di Francia, presso le Figlie del Divino Zelo, questo è il nome completo della struttura che quest’anno è stata scelta, situata in Circonvallazione Appia, fra palazzoni che negli anni andati, ci sembravano grattaceli e ci illudevano con promesse di un benessere mai raggiunto.
È qui che arriviamo in tarda mattinata, a cavallo di mostri rombanti (penso sia così che Loro ci abbiano visto) attraverso un vialetto, che costeggiando l’edificio, in fine giunge ad un largo piazzale, dove ci stavano attendendo. Suore Ieratiche, che con sguardo diffidente osservavano il nostro rumoroso arrivo, (guarda se mò ‘no scemo de questi nun me mette sotto ‘n regazzino) lo avranno pensato? ovviamente scherzo, ma non si sa mai. E poi, tanti piccoli visi e tanti occhi grandi, lo stupore che si riserva alla novità e a ciò che colpisce l’immaginazione.
Il primo momento presumo, è difficile più per noi che per loro, e il ghiaccio si rompe quando parcheggiamo e scendiamo dalle moto. Santa curiosità. Di lì a poco è tutto un vociare e un domandare e noi rispondiamo, rispondiamo a tutto e a tutti, ma come si dice, dalle parole bisogna passare ai fatti, e allora i più temerari chiedono di fare un giro in moto, seguiti istantaneamente da tutti gli altri.
È sorprendente benchè comprensibile, vedere l’espressione del viso di un bambino grande quando porta sulla sua moto un bambino piccolo, e meraviglioso pensare che ciò può ancora accadere. Un carosello di biker e bambini aggrappati ai gilet, e avevamo quasi convinto anche una suora, ci è mancato veramente poco.
A seguire la consegna dei regali le foto di rito, altre peripezie motociclistiche e poi come dice il Poeta (è subito sera) è arrivato il momento di andare. Mentre usciamo lancio un ultimo sguardo verso una bambina, in mezzo a tutti è lei che mi ha colpito di più, cerco di immaginare la sua storia, ma rinuncio, quando mi accorgo he anche lei mi guarda, abbasso gli occhi mentre un pezzo di cuore si frantuma, cade per terra e rimane lì, assieme, credo, a tanti altri. È sempre così dannatamente poco, questa considerazione mi annienta, succede spesso, aspetti dell’esistenza che trovo inconcepibili, ma purtroppo reali. Poi mi torna in mente una storia molto famosa che poco tempo fa è tornata a circolare sui social, e che vorrei ricondividere.
Si parla di un uomo che passeggia in riva al mare, si tratta di una spiaggia grandissima dove la bassa marea ha lasciato morenti milioni di stelle marine, l’uomo rimane colpito dal fenomeno, ma ancora di più, dal fatto che un bambino poco distante da lui, ogni tanto si chini a raccoglierne una, e a ributtarla nel mare.
L’uomo quindi gli si avvicina e lo redarguisce, spiegandogli che secondo lui lo sforzo era inutile, tanto vasta era la spiaggia e tanto grande il numero di stelle marine. Non sarebbe valso a niente e non sarebbe cambiato niente. Il bambino lo ascolta attentamente poi prende un’altra stella e la pone nel mare, rispondendo semplicemente “per questa cambia tutto” Molte volte quello che manca, credo, sia la giusta prospettiva, lo devo ricordare.
È ancora assorto in questi pensieri, che magicamente mi ritrovo in quel di Grottaferrata, nella passeggiata che andrà a concludere il run, è stata prevista e organizzata una breve sosta per rifocillarci, nel frattempo anche il sole latitante per tutta la mattinata ci onora della sua splendida presenza.
E purtroppo o per fortuna e per la porchetta o per le salsicce si torna tutti alla giovialità tipica del chapter, in fondo come dice l’adagio, è questo quello che siamo ed è questo quello che facciamo. Qualcuno torna a casa e il resto continua verso la litoranea ci sono ancora kilometri di compagnia da condividere fino al curvone di Ostia dove ci si saluta. Per la sezione menzioni speciali oltre al ringraziamento doveroso a tutti coloro che hanno reso possibile questa splendida e significante giornata, vorrei citare un giovane uomo, che ha in questa occasione intrapreso il percorso per divenire un Road, un ragazzo che, per quel poco che conosco, ha tutti i numeri per riuscire, e non solo in questo. Daje Mattia daje forte.
Alla prossima. By Moschet.