Editoriali

EROICA 2022

Eroica 2022 ovvero:

Il viaggio senza strada.

Ettore Fieramosca, chi era costui? Andando alla ricerca nei meandri della nostra memoria scolastica, torniamo indietro di eoni, quando da giovani studenti, chini sui libri di Storia, apprendevamo gli accadimenti e le vicissitudini di quella meravigliosa terra che oggi chiamiamo Italia. Il fatto si svolge attorno ad un desco, sono lì riuniti cavalieri Francesi e cavalieri Spagnoli, i primi sono prigionieri degli Iberici, siamo nel 1.500 e si sa, la cavalleria è sempre la cavalleria.

Dunque si mangia si beve e si discute, ovviamente di battaglie e di soldati. Così accade che ad un certo punto, uno dei Nobili gigliati con un affermazione alquanto sprezzante, osa mettere in dubbio il coraggio e l’ardore di altri combattenti ugualmente impegnati nella medesima guerra, quelli Italiani. Questo è semplicemente il prologo di ciò che poi verrà ricordata come la Disfida di Barletta, quello che accadde dopo è noto a tutti noi, ed Ettore Fieramosca era il comandante di quel manipolo di Temerari che ovviamente sconfissero ed umiliarono i Francesi.

Qualcuno a questo punto si chiederà cosa può collegare un fatto del genere, con il Run appena conclusosi. Ora mi spiego.

Passano più di cinque secoli non ci sono più i cavalieri la tavola rotonda è sparita e il castello oramai è un rudere, ma lo spirito rimane, la pulsione è la stessa. Il luogo del misfatto rimane leggermente più a nord, siamo a Roma in Via Pontina la sede del nostro Dealer Stefano Lorenzini, c’è un bancone e fra gli avventori c’è Ettore Lucchesi, scusate il lapsus, Simone, il nostro Direttore si chiama così.

Si parla del più e del meno, di moto di viaggi e anche di itinerari, di percorsi più o meno probabili, più o meno accessibili. Così, come dal nulla viene evocato un nome, un qualcosa che all’apparenza è più simile a una romantica definizione, di quelle di una volta, quando le persone facevano cose veramente difficili con mezzi veramente improbabili. “l’Eroica” Stiamo parlando di un percorso che con i suoi 115 Km. di strade bianche a volte poco più di sentieri, partendo da Gaiole in Chianti, attraverso vari itinerari, giunge sino a Montalcino.

Ovviamente si tratta di cicloturismo, anche se fatto con bici d’epoca, cioè quelle del 97, anno in cui si ebbe la prima edizione. Oggi quei polverosi tratturi sono meta di mountain bikers, di enduristi iperequipaggiati, e di trekkers esperti. Di ritorno appunto da questa manifestazione, il nostro Dealer racconta di aver, pur non credendo ai propri occhi, visto addirittura un “Folle” a bordo di un Touring, affrontare tra polvere e buche, il tragitto per intero, logicamente con tutte le possibili difficoltà del caso. “ Beh, se lo ha fatto lui posso farlo anche Io “ esordisce Ettore/Simone.

L’affermazione non riceve nessuna risposta, ma, un leggerissimo inarcamento di sopracciglio, rivela al nostro, tutto lo scetticismo del Dealer, e a dirla con Cesare “Alea iacta est” il dado è tratto e il guanto di sfida lanciato, questa cosa s’ha da fare senza se e senza ma. Si riuniscono i Cavalieri, manca Brancaleone manca Fanfulla da Lodi, ma in compenso ci sono, Ernesto Casari, Sandro Pellegrini, Mauro Pirimpazzo e altri, pochi altri, appartenenti tutti alla stirpe dei “Tignosi” nobile casata guerriera, composta da elementi che raramente demordono.

Una bici da corsa anche se degli anni novanta può pesare al massimo 15 kg, una moto da enduro neanche a dirlo nasce proprio per scopi del genere, ma una Touring con i suoi 400 kg o una Dyna che pesa poco meno, per usare un eufemismo, diciamole “poco adatte” a simili imprese. Si decide quindi di informare i Soci della particolare difficoltà dell’evento e unitamente si crea un percorso alternativo, sempre affascinante, composto quasi interamente di strade interne, ma ovviamente asfaltate e si creano due gruppi.

Uno farà l’Eroica e l’altro farà la Nobile. Essendo notoria la mia temerarietà ed il mio coraggio, conosciuto nell’ambiente, col soprannome di Riccardo Cuor di Cartone, tutto quello che potevo dire dell’Eroica si esaurisce qui, purtroppo, da ora in poi vi narrerò della Nobile. Poca pochissima autostrada, come possiamo siamo fuori. Usciti a Orte ci dirigiamo verso Amelia percorrendo l’ultimo tratto della Via Amerina, una antica arteria che collegava appunto l’alto Lazio con la cittadina Umbra, passaggio obbligato per i pellegrini penitenti che si recavano a Roma e conosciuta anche come la strada di S. Francesco.

Conserva intatti sia l’atmosfera che il paesaggio, qui la natura ancora impone la sua presenza, stiamo costeggiando la valle del Tevere e fra poco ci passeremo dentro, una splendida giornata di fine Ottobre con temperature quasi primaverili, ci dona la possibilità di apprezzare pienamente tutto quello che ci circonda, ma al contempo ci nega la “grazia” dei colori autunnali.

Peccato, perché questi boschi, queste colline queste strade, sanno esprimere durante la tarda stagione , una gamma di colori che dall’ocra al rosso comprendono centinaia di tonalità diverse e tutte stupendamente calde. Curve curvoni tornanti, la moto canta è felice anche lei, salite discese, questi sono i “suoi” spazi e il suo motore, la sua “anima” gioisce, anzi lo facciamo assieme. Castiglion del Lago e prima tappa del Run, su un piccolo altopiano con panoramica completa del Trasimeno, ci concediamo il primo momento di ristoro, una cosettina da dodicimila calorie procapite, giusto per gradire, il grosso arriverà stasera. Ci rimettiamo in marcia alla volta di Montalcino dove, costeggiando la meravigliosa Val d’Orcia, giungiamo nel primo pomeriggio.

Passiamo dentro il piccolo borgo e mentre ci appropinquiamo verso l’entrata dell’albergo, scorgiamo, provenienti dalla parte opposta alla nostra, 13 figure indistinte, tutte bianche a cavallo di fumosi destrieri dello stesso colore. No non sono Templari e non sono candidi equini, sono gli “Eroici” con le loro Harley, il tono bianco è stato evidentemente elargito da qualche kg. di polvere che ricopre totalmente tutto e tutti. Unisono, userò questo termine, mi pare appropriato. Come due note di una accordatura perfetta, che maestralmente si incontrano per dar senso alla melodia, così ci riuniamo ai nostri “valorosi” Bro. All’unisono, perché in qualche “luogo” nello spazio e nel tempo, la partitura era già stata scritta. Un attimo per sistemarci e via, verso un giro turistico in questo piccolo capolavoro medievale.

Si sale dai bastioni che cingono la Rocca, da dove la visuale che si gode, porta lo sguardo a perdersi fino al Monte Amiata o più in la fino a Siena, il tutto compreso in un capolavoro di colline, di strade di campagna, di querce di ulivi e di variegati fiori. Si prosegue fra i minuscoli vicoli che compongono il centro abitato, ed in fine una buona bottiglia di vino da riportare a casa, come cimelio o come ricordo, che sicuramente durerà poco.

Si torna in hotel per la cena, dove poco prima di iniziare le libagioni, veniamo graditamente omaggiati di una T shirt con dedica dell’evento e anche con una consumazione gratuita al bar, che ci aiuterà a digerire tutto il ben di Dio che ci viene servito. ( nu c’è gnente da fa’ quanno c’è er Lupo, s’aruspa sempre) La serata si conclude fra musica e danze, specialmente danze…. Sono le 5 di mattina l’ora legale mi ha giocato un brutto tiro, mi sveglio e non so cosa fare, apro la finestra accendo una sigaretta e, mi ritrovo immerso in una realtà fiabesca. Bisogna viverle certe esperienze per capirle, ed io come disse Totò, le vissi, le vissi con l’aiuto dell’Original e le godetti pure.

Si parte alla volta di Capalbio con breve sosta a Saturnia, tutte strade interne e quindi solita meraviglia e solito divertimento fino a giungere alla meta del momento, il ristorante La Vallerana. Il luogo ci è noto ed i suoi piatti, cari al palato, ci ammaliano ogni volta che passiamo di lì. Una volta ristorati si riaccendono i motori, ed in un batter d’occhio siamo già ai saluti.

Una due giorni fantastica per alcuni addirittura “Eroica” organizzata con efficienza Teutonica e curata nei minimi particolari. Alessia Rossana Stefano Fabrizio, sono loro i Fantastici 4, i nostri Activities, ai quali vanno i nostri più sentiti ringraziamenti. Un grazie particolare a Ernesto Casari, padre nobile dell’ideazione del tutto, a Lupo Grigio ombra discreta del nostro successo, a Mauro Pirimpazzo principe delle magie, e a Ettore Lucchesi che manco a farlo a posta ne ha trovati 13 per vincere la sua disfida, 13 come erano quelli di Barletta.

Alla prossima. By Moschet