Romachapter è storia , e il run del suo trentacinquesimo compleanno non poteva che tenergli fede, 5 giorni, 4 nazioni attraversate, quasi 3000 km percorsi. Roma chapter è storia, e come tutte le storie il suo svolgimento non è lineare ma fatto di strade anche tortuose, di pioggia, neve ma anche di sole e splendore, di meraviglie da sentire fuori e dentro l’anima…e così, lineare, anche il racconto delle sue trentacinquesime candeline non può esserlo, nessun taccuino di viaggio quindi, ma solo tanta emozione. Roma chapter è storia, e la sua storia ricorda il ciclo circannuale delle stagioni che in 5 giorni sono state vissute meteorologicamente tutte quante, dal sole a 35 gradi al nevischio a 2 gradi passando all’interno di tutte le stazioni intermedie.

Roma chapter è storia, ed è storia fatta di rivoluzioni, di alti e bassi, di sogni e bisogni, di fede e di costanza, di chi ha buttato il cuore oltre l’ostacolo e ha permesso, non scordiamoci mai, si sia potuti arrivare ai 35 anni di esistenza, il charter più vecchio d’europa! Rinato dalle sue stesse ceneri come l’Araba Fenice piu bello e più forte di prima perché ogni lotta, vinto o persa, ma fatta con il cuore regala sempre qualcosa . Roma chapter è storia, ed è storia fatta di emozioni senza tempo; se le senti sei vivo, se ti arrivano quelle degli altri sei umano, se riesci a farti coinvolgere dalla passione che ti trasmettono sei quasi divino, se vai oltre sei un biker del Roma chapter! La felice inquietudine mista alla gioia devastante di una goliardica armonia di questo viaggio è la sommatoria di tutto questo, più, in aggiunta qualcos’altro, che vi racconterò.
E così, pian piano, Roma chapter non è più storia ma fà la storia. Fà la storia in un Run stupendo dove avventura, divertimento e spirito di corpo si intrecciano. Le strade diventeranno storie e le avventure diventeranno ricordi. Germania, Svizzera, Austria, Dolomiti e Valpolicella: un viaggio indimenticabile!
Roma chapter fà la storia, e le storie non sarebbero affascinanti se non avessero insite in se stesse anche delle difficoltà non preventivabili. Si dice il peccato e non il peccatore perché questo non espone ad affrettati ed inutili giudizi di merito, ma ricordare il peccato, questo si che diverte, tornati a casa una volta seduti sul divano con in mano una birra ci si può anche ridere! Si inizia mettendo gasolio, ‘errare humanum est’ ma si sa, il nostro bicilindrico mal sopporto qualcosa meno dei 5 ottani, una bella lavata in concessionaria e si riparte per raggiungere il gruppo.

Si continua con una moto bloccata dentro un tunnel autostradale per un banale coperchio in plastica rigida infilato nella ruota in maniera diabolica . Ne conseguirà carro attrezzi, polizia stradale, autostrada bloccata… ma tutto è bene ciò che finisce bene e, a differenza di prospettive drammatiche e di preventivi catastrofici ipotizzanti rotture dell’abs, si riparte tutti insieme felici e goliardici con quel senso di appartenenza che è stato messo, per iniziare, soltanto alla prova. Ma questo ancora non potevamo saperlo.
Roma chapter fà la storia, ma è il passo della Val Gardena che ci esporrà alle sue avventure migliori . Improvvisamente tanta pioggia mista a nevischio, strada ghiacciata e un po’ di asfalto di montagna fatto di ripidi tornanti. Uno di noi scivola in curva . Nulla più di un ruzzolone, un pò di spavento e un paio di righe sul bauletto….ma chissà perché la carovana riprende ad un passo decisamente più lento.

Stanchezza o consapevolezza? In moto si può anche cadere, ogni tanto è bene ricordarselo. Ma ciò che sorpassa la logica diventa di per sé immortale perché fatto di frequenze diverse, abituati noi, discendenti dell’era Cartesiana a voler trovare una giustificazione a tutto. Una moto all’improvviso si blocca durante la corsa: fumata bianca e tanta fatica del guidatore per tenerla in piedi evitando di poco lo schianto con un muro, bravi chi seguiva ad evitarlo. ‘Grippaggio’ pensa chi sta dietro, ma la moto riparte subito. Si era bloccata la ruota posteriore improvvisamente, smontaggio delle borse e controllo alla sosta successiva tirano fuori una diagnosi da nulla di fatto. ‘All about motorcycling’ detto Trampa, il nostro safety, dice che può succedere, una volta su un miliardo ma può succedere. Probabilmente un pezzo di asfalto (per qualche chilometro stavano rifacendo la strada ed erano arrivati al grattaggio dell’asfalto dove siamo passati) si è infilato tra il disco e i freni.

Si, si, il Roma chapter fà la storia, ma intanto un grande ringraziamento agli organizzatori tutti e a Stefano in particolare, ma di lui non voglio parlare perché qualsiasi cosa dica lo sminuirebbe, altruismo, dedizione, serenità, solidarietà, unione, fratellanza, sentimento di appartenenza, tutto insieme in quel pot-pourri analogico di azioni reali, fatti e misfatti. E degli Head cosa dire? Ci hanno guidato con competenza e maestria passando dalle autostrade ai valichi alpini, attenti ai dettagli più piccoli, mai una nota stonata, mai una tensione, anche in momenti dove trentacinque menti diverse, trentacinque esigenze pensanti, sono difficili da gestire. I road hanno fatto il loro meticoloso e scrupoloso lavoro senza una nota disarmonica . La mia gratitudine per loro è qualcosa di illimitato e incalcolabile. God save the Chapter and his Road Captains.

I Safety ci sono sempre, danno tranquillità, noi sappiamo che ci sono, anche se non li vediamo perché sono alla fine della carovana e questo fa di loro figure mistiche al limite della leggenda. A volte li diamo per scontati, malsana abitudine questa . Se conoscessero quanto per ognuno di noi è importante sapere che sono sempre li, presenti, pronti a fermarsi con noi, a darci un aiuto, a riaccompagnarci in sicurezza in carovana se ci siamo dovuti fermare, a coprire la corsia di sorpasso prima che tutti gli altri la calpestino, a darci sicurezza, tranquillità, beh… se coscientizzassero davero tutto questo chiederebbero un cachet illimitato per le loro prestazioni, e lo meriterebbero tutto!. Ultimo e non ultimo un grande ringraziamento al nostro direttore momentaneamente in pectore, le cariche si sa, vanno al di là della patch e i gradi si conquistano sul campo, serietà e ironia non sono mai mancati. Che sia presto settembre per te Simone, per noi lo è da sempre.

Ma il risultato di una melodia ben riuscita lo si vede da tutti gli strumenti partecipi poiché la stonatura di uno raggiungerebbe tutta l’orchestra . Allora come non ringraziare ogni singolo individuo coinvolto, zavorrine incluse, cuore, testa e pancia insieme al loro fedele cavallo di ferro.
Pensiero personale….Puledomi un attimo gli occhiali…..L’universo stesso si fonda sulla creazione . L’attesa messianica e rivoluzionaria dell’esser coinvolti nell’avvento. E nessuno puo sapere se e quanto durerà ma io so che è accaduto, ho vissuto e sto vivendo un sentimento totalizzante. Non è felicità, nessuno si sente escluso, non vogliatemi ma questo è un dono, e il dono arriva dal desiderio, quando ti ribelli al destino, alle diagnosi appiccicate con superficialità, ai mucchi di analisi da fare, al rapporto improbabile tra teoria e pratica. Il giorno dopo si ricomincia, benvenuto dall’altra parte Dott. Pasquini. Siete i miei ricordi in bianco e nero, lontano anni luce dalle immagini attuali con filtri mitocondriali e abbellenti, tutte asettiche, tutte senza cuore, ricordi in bianco e nero ectoplasmico degno delle foto ingiallite di fine 800, quelle del cuore, eppure sono così nitide! Grazie di esserci…. a volte meglio gli occhiali sporchi.

Roma chapter fà la storia e per gli amanti del ‘diario di bordo’ un breve racconto non può mancare.
Il primo giorno è di avvicinamento, dalla A12 saliamo lungo la dorsale tirrenica fino a Genova per poi proseguire nell’entroterra, Mendrisio, che si affaccia sulle acque del Lago di Lugano, ci attende a ridosso del confine Italo-svizzero ma la stanchezza lascia posto soltanto a una cena veloce e ad un paio di chiacchiere perché il secondo giorno si riparte presto ,ci aspetta il fascino della Svizzera e il gruppo montuoso del San Bernardo e il lago di Zurigo. Superato il confine arriveremo a Friburgo. Si ama ciò che ci procura piacere, che il piacere sia poi fisico, mentale o ascetico poco importa. Ascetico ? Sì, vi ricordate le curve al San Bernardino con le montagne innevate, le cascate intorno a noi e centinaia di piccoli salti d’acqua che ci accompagnano lungo la strada?
Arriviamo a Friburgo in Brisgovia in piena Foresta Nera, a pochi chilometri dalla Svizzera e dalla Francia in tempo utile per riuscire a visitare la città, il centro gotico e la sua cattedrale, non ultima la nostra attenzione è rivolta ai pub e alle loro birre…. Colpiscono i caratteristici canaletti ai lati delle strade dove scorre acqua gelida. Vengono chiamati ‘bachle’ e sono piccoli canaletti artificiali alimentati con l’acqua del fiume Dreisam e animano la maggior parte delle strade e dei vicoli del centro storico.

Complessivamente lunghi 16 km sono diventati l’icona di Friburgo anche se oggi sono nulla più di un simbolo e vengono usati per regate di piccole barche a vela di carta. Il giorno dopo ci aspetta Monaco di Baviera , ci arriveremo tramite i boschi incantati e i panorami fiabbeschi della foresta nera, tra saliscendi, curve e controcurve. Credo impossibile che lo spettro visibile vada soltanto dai 380 ai 720 milli micron! Lì i colori sembrano decisamente di più, arricchiti dai chiari/scuri creati dagli abeti secolari, passandoci in mezzo ci sembra addentrarci in un mondo incantato, è La Schwarzwaldhochstraße, la Foresta Nera tradotto in italiano. E’ una delle più antiche e conosciute strade turistiche in Germania, aperta nel 1930 per scopi militari, grazie al panorama e tutt’ora meta d’eccellenza per turisti.

Passiamo vicino al lago di Costanza, una vera e propria gemma situata subito al di là delle Alpi, crocevia geografico tra Germania, Austria e Svizzera. Per chi attendeva il castello di Walt Disney un po’ di delusione invece c’è stata, le meraviglie, si sa, si osservano da lontano perché si rischia di rovinarle e anche noi, purtroppo, dobbiamo soggiogare a questa decisione super partes che rende il castello inavvicinabile. ‘È una questione di tradizione, accessibilità e gestione del flusso di visitatori’ ci spiegano. Il castello è situato in un’area montuosa e non è facile da raggiungere: la sua posizione isolata insieme all’elevata affluenza ha portato a una pratica di visita che privilegia l’ammirazione dall’esterno rispetto alla visita guidata all’interno. Costruito alla fine del XIX secolo il nome tedesco Neuschwanstein può essere tradotto come ‘Nuova pietra del Cigno‘ perché sorge proprio nel territorio della Contea del Cigno, fù commissionato dal re Ludovico II di Baviera come ritiro personale e omaggio al genio del musicista Richard Wagner. Arriviamo finalmente a Monaco di Baviera. È lei l’ombelico della Germania, la città più importante della Baviera, nonché la capitale “non ufficiale”. E’ una città cosmopolita che è riuscita ad andare oltre il tradizionale spirito bavarese. Ospita l’Oktoberfest a cavallo tra settembre e ottobre ma la sua atmosfera festiva di birra è sfarzo che crea un mix di tradizione, divertimento e socializzazione si respira tutto l’anno.
Monaco di Baviera è, per numero di abitanti, la terza città tedesca, ma sa conservare gelosamente le sue antiche tradizioni. Questa contrapposizione, storia e modernità, artigianato e industria, antichi costumi e moda, è sempre in perfetto equilibrio ed è proprio questo il segreto del fascino della città. Su una cosa però sono d’accordo tutti gli abitanti di Monaco: la birra e ancor di più la sua birreria più antica: fondata nel 1589, un immenso luogo a tre piani associato nella sua storia ad Hitler e al nazismo in quanto è stata sede di importanti discorsi di Hitler e del partito nazionalsocialista dei lavoratori (NSDAP), luogo d’elezione del fuhrer per suoi momenti di svago ma anche di runione e decisioni, starci dentro e passeggiare tra quei tavoli effettivamente mette un po’ di irrequietezza alimentata dalla presenza di svastiche ora coperte da bandiere.

Il quarto giorno prevede partenza da Monaco ma qui le strade si dividono. Mentre un gruppo rientrerà diretto a casa a Roma, alcuni imperterriti si fermano a Verona per proseguire ancora un giorno l’avventura….e sarà così: dodici moto si sentono ancora vive e desiderose di continuare, come se la conclusione del run rappresentasse una perdita, desiderosi ancora di opportunità, di crescita e di apprendimento, desiderosi di gruppo, di stare insieme, ritardiamo la routine quotidiana per un altro giorno di Roma chapter e andiamo alla scoperta dell’Austria e dell’Alto Adige…. E allora attraversiamo gli stati federati del Tirolo e Salisburgo. Il Tirolo ha la particolarità di essere composto da due parti, il Tirolo del Nord e il Tirolo Orientale, noi li passiamo entrambi prima di rientrare in Italia. In Austria avremmo modo di ammirare le maestose montagne delle Alpi, dei Tauri (tra cui il Grossglockner) le valli dolomitiche di Val Pusteria, Val Badia e Val di Fassa fino a raggiungere la destinazione in Valpolicella a Verona.
Il quinto giorno riprendiamo la strada di casa. Prima di rientrare ammiriamo dall’alto il lago di Bilancino, ma è al passo della Val Gardena che troviamo l’esperienza più forte: temperatura a 3 gradi, nevischio, curve da mulattiere …… il resto è storia.
Varcato il confine il ritorno in Italia si capisce subito dall’aderenza delle due ruote, guardo l’asfalto e capisco il perché: buche mal rattoppate e percentuali fantasiose di catrame e bitume piu o meno drenanti si mischiano lungo la strada mettendo a dura prova le nostre ruote che dopo quattro giorni si erano abituate ad una più dolce e costante ospitalità. Roma chapter fà la storia, ed è il tempo del ritorno. Mancano ormai pochi chilometri. Il mondo si sta riprendendo i suoi professionisti i suoi imprenditori i suoi impiegati, le sue splendide principesse e cavalieri con l’anima da biker, ma è una pausa che durerà poco tempo, due giorni e ci si ritroverà al kil Joy a raccontare di nuovo di battaglie e vittorie . Una pioggerellina leggera ci accoglie a Fabbro. ‘Non ti scordar di me’ sembra voler comunicare. A me piace pensare che sfruttando la ciclicità delle nubi è dei corsi e ricorsi storici fu la stessa pioggerellina che accolse il primo giorno della storia, quel lontano 1990 alla firma del primo statuto delle Roma chapter .
Caro Faust hai preso una bella fregatura! Non serviva vendere l’anima al diavolo per essere felici, bastava un run con il Roma chapter!
Jagad Dyal Singh / ENR