Editoriali

Rompighiaccio 2022


Rompighiaccio 2022 Ovvero Cappelletti in Moto.

L’apertura ufficiale del calendario H.O.G. dedicata a tutti i Chapter d’Italia, quest’anno ha visto il suo svolgimento in quel di Reggio Emilia. Ovviamente il nome del run “Rompighiaccio” che probabilmente nell’immaginario degli ideatori, voleva evocare un qualcosa di estremo, alle orecchie dell’Original, è giunto come una dolce melodia.

Noi siamo fatti così, e anzi, se ci si propone un qualsiasi tipo di difficoltà, per nostra natura, oltre ad accoglierla con doverosa cortesia, condiamo il tutto con un pizzico di ingredienti in più. Perciò, accettando l’invito ci siam detti: “andiamo a fare due passi” Non fraintendete, qui non si parla di quelli che si fanno per digerire il pranzo della domenica, no nel nostro caso si tratta di quello che si scatena nella testa dei nostri “ cartografi” Ora vi spiego meglio.

La meteorologia ormai divenuta una scienza quasi esatta sconsiglierebbe in questo periodo dell’anno, di avventurarsi, anche solo a prenderla la moto, pioggia vento e temperature sotto lo zero, sono problematiche da tenere seriamente in considerazione. Ed è infatti non ignorando quanto sopra, che nel disegnare l’itinerario, sicuramente con un minimo accenno di sadismo, si è deciso fare i bravi e di volare bassi.

Partenza alle 9.00, la pattuglia è abbastanza consistente e particolarmente agguerrita, i 4 gradi sotto zero che promette Reggio Emilia, non incutono nessun tipo di soggezione, mi guardo intorno consapevole che alcuni di questi “ signori ” hanno all’attivo un numero di kilometri percorsi, di svariate centinaia di migliaia, se non addirittura di cifre che non riesco a calcolare. Ma c’è sempre una eccezione alla regola e quindi abbiamo con noi anche un esordiente, di lei parleremo in seguito.

Come dicevo prima, un minimo accenno di sadismo deve albergare nella mente di chi con un clima simile, all’altezza di Arezzo, esce dalla Autostrada e si dirige verso l’interno, “dove staremo Andando ? “ ma in montagna, ovviamente. Destinazione Passo della Consuma, 1050 metri sul livello del mare, che volete che sia, una piccola parentesi rosa fra le parole Tacci e Vostri…… Sto palesemente scherzando, forse potrebbe apparire eccessivo, ma credetemi, oltre a spezzare la fastidiosa monotonia della autostrada, se si e disposti a prendere un po’ di freddo, la goduria è garantita, e quello che si può ammirare sulla cima è unico. Sosta di rito, foto pranzo veloce e si riparte. Scendiamo sulla Tosco Emiliana e da lì poco oltre ci riportiamo sull’A1, siamo a Barberino.

Si arriva in perfetto orario e i Fratelli del Reggio EmiLia Road Chapter, ci accolgono con un buffet in grande stile. Il colpo d’occhio è impressionante, una miriade di Bikers e gilet con i nomi di tutte le città, alla
fine saranno contati più di 900 partecipanti, quando si dice, fare le cose in grande. Anche la cena è di tutto rispetto, purtroppo mancano i Cappelletti, ma pazienza, in compenso la musica è quella giusta e quindi si
scatenano le danze che dureranno fino a notte fonda.

A nanna che domani si rientra, partenza alle 10 strano, solitamente ci muoviamo prima, ci deve essere qualcosa sotto. No sotto non c’è niente, è tutto sopra, lo capisco quando sono sulla statale 65 che porta al Passo della Futa, lo abbiamo fatto per arrivare in un orario più consono, ai bordi della strada la neve ci ricorda, che percorrere queste luoghi nelle ore più fredde del mattino non è consigliabile.

Il valico separa l’Appennino Tosco Emiliano da quello Tosco Romagnolo e pochi kilometri più su incontriamo anche il Passo della Raticosa, siamo a quasi 1.000 metri, la polenta è di rito, possiamo permettercela, tanto invece di fare due passi, ne abbiamo fatti tre. Manca ancora una buona parte del viaggio, e l’aria si sta facendo fresca, la sosta è breve, si riparte alla volta di Firenze e da lì verso casa.

Scegliere di esordire con un run di questo tipo, farlo a bordo di uno Sportster in questo momento dell’anno, può significare, non soltanto compiere un viaggio di mille kilometri e quindi nello spazio, ma anche tornare a casa e accorgersi, guardandosi allo specchio, di aver compiuto un
salto temporale. Devo dirlo, alla fine quando ci siamo fermati per i saluti finali, Stefania mi è sembrata leggermente invecchiata, sicuramente in un futuro prossimo ci potrà anche ridere su, ma posso dirmi sicuro
che questo suo “Battesimo” lo ricorderà per sempre.

La strada unisce giovane biker e la strada insegna, Tu la buona volontà l’hai dimostrata il resto, sarà solo un particolare. Oltre ai ringraziamenti, vorrei spendere una riga per dedicarla ai nostri Road, finora non l’ho
mai fatto. “Ragazzi vedervi lavorare è un piacere per gli occhi” grazie, grazie di cuore. A tutti gli altri un sincero omaggio, a quelli che ridono a quelli che ballano a quelli che scherzano e soprattutto ai due Sadici che
hanno disegnato gli itinerari, per quello che ci hanno fatto fare e per quello che ci hanno fatto vedere.

Grazie a Messere Pirimpazzo e a Messere Bobbe, due “cartografi” eccezionali

Alla prossima.
By Moschet.