Editoriali

MARCA TOUR 2022

Marca Tour 2022 ovvero:
Nella Terra di Cinell.
Un quarto di secolo è comunque un bel traguardo da raggiungere. In qualsiasi campo che contempli una struttura di forma aggregativa, riuscire nel tempo a far andare “tutto liscio” molte volte, rappresenta una
vera e propria sfida. Ovvio quindi l’orgoglio dei nostri fratelli del Treviso Chapter per l’impresa compiuta come parimenti ovvia la nostra partecipazione ai festeggiamenti per la ricorrenza.
Da tutta la penisola sono saliti in quel di Treviso, una miriade di Bikers, quasi mille, tra loro una nutrita rappresentanza del #9076 venerdì mattina alla buon’ora innestava la prima, abbassava la visiera, e dava il via al Marca Tour.

La distanza da percorrere non è proibitiva, ma neanche da sottovalutare, 600 kilometri da fare tutti d’un fiato, sperando che il meteo ci assista. Tra quello che sta “davanti” e quello che sta “dietro”
c’è tutto un mondo, fatto di persone differenti, modi e capacità di guida differenti, fisicità, attitudini, caratteri differenti. Amalgamare tutto questo, renderlo se possibile un movimento omogeneo è il loro mestiere.

Bob e Trampa, Head e Safety, tutto quello che c’è in mezzo è “cosa loro”. Uno guida l’altro controlla, sono distanti solo in apparenza, un filo invisibile li lega, così impalpabile e così nascosto, che l’occhio inesperto ne può dubitare l’esistenza. È la forma che lo risalta, e la fluidità di movimento lo testimonia. Un risultato figlio di capacità acquisite con costanza, di esperienza cresciuta col tempo e determinato da una profonda passione. Una dote notevole spuria di personalismi che si presenta composta, comprensiva, utile e mai vanesia.

Il viaggio è anche questo, c’è una pianificazione, una organizzazione e una direzione, un lavoro complesso al quale partecipano numerose figure con dedizione e serietà, ripeto, senza protagonismi di sorta. Fra quello davanti e quello di dietro c’è un “Casco Giallo”, ci sono i Road, gli Activities e ancora prima un Secretary un Ufficiale Pagatore, ed altri Officers, tutti motivati da un solo scopo, che è uguale e condiviso in toto, far sì che nulla turbi il nostro divertimento.

E l’improvvisazione? quel leggero tocco di follia che rende meno grigia la vita e meno scontate le cose, che spazio ha?

Tranquilli signori, anche questo articolo è in catalogo, nella fattispecie si chiama Por ettana, una divagazione sul tema nata dalla fantasia dell’Head. Poco più su di Pistoia abbiamo lasciato l’autostrada, per percorrere questa meravigliosa Statale che ci condurrà fino in Emilia. Attraverso l’Appennino Bolognese superiamo Il confine regionale, sfiorando di poco la cittadina di Zocca patria del più famoso rocker d’Italia, passiamo accanto a Marzabotto, comune tristemente famoso per l’eccidio compiutovi durante la seconda guerra mondiale, e continuiamo così fra bellezza e storia fino a Casalecchio, dove esauriti i suoi 137 km. la strada si riversa sulla A1. Manca poco all’arrivo e giungiamo a Treviso nel pomeriggio.

Accoglienza in concessionaria strepitosa, si capisce subito che i ragazzi ci tenevano e che le cose sono state fatte alla grande, un corposo buffet di benvenuto, ci accoglie con numerose leccornie autoctone, irrorate da un gustosissimo prosecco.

Un passaggio veloce in albergo il tempo di una doccia e via di nuovo sulla strada. Verso la prima location e verso la serata inaugurale, dove neanche a dirlo come da sperimentato copione, continuano le libagioni e gli animi cominciano a scaldarsi. Si aprono le danze e la musica sortisce il suo effetto, poi il cartizze e il prosecco fanno il resto….Sabato mattina ci svegliamo presto alcuni di noi parteciperanno al run programmato, ed altri compiranno un’altra piccola digressione.

Pirimpazzo ricorda un episodio passato, un consiglio avuto in altri tempi ed appuntato nella sua memoria, mitologia motociclistica da sfruttare alla bisogna, così la proposta prende corpo e diventa azione.

Suggerito dal Mitico Sergio Cinell signore incontrastato del luogo, profondo conoscitore di percorsi montani e autorità indiscussa nel mondo delle due ruote.

“Andate a fare il Passo di S. Boldo, poi mi direte” così facciamo e mentre lo facciamo abbiamo modo di apprezzare il consiglio. Queste montagne sono state per un periodo molto triste, protagoniste di eventi bellici e molte sono le peculiarità testimonianti. Evocativo è il nome della strada dei Cento giorni, evocative le gallerie scavate nella roccia viva, evocativo il percorso, a suo tempo studiato da un Esercito “quello Austriaco” ed attuato, per circondare e colpire un altro Esercito quello Italiano alle spalle, in modo da provocare il più grave danno possibile. Il tempo per portare a termine il progetto è quello che da il nome alla strada preteso dagli occupanti.

Senza deroghe di sorta uomini donne e bambini vennero impiegati nei lavori e quei 6 Km. di Infamia sono l’unica stonatura, in un paesaggio unico nel suo genere, dove la natura, può, malgrado questo donarci un profondo senso di pace. Subito dopo viene la Valdobbiadene, presso la Cantina Andreola ci riuniamo alla banda, per degustare un prosecco biologicodi notevole fattura e per organizzare una seconda fuitina.

Ancora la Storia con la esse maiuscola. Il Monte Grappa ed i suoi 1.775 metri, il Sacrario dei caduti sul posto, in una battaglia che contò quasi 23.000 vittime di entrambe gli schieramenti, i residuati bellici sparsi sulle postazioni strategiche, in un componimento che rimanda al sacrificio di giovani vite e all’idealizzazione di un concetto di “Patria” oramai desueto se non addirittura, in alcuni ambienti, considerato imbarazzante. Ancora carichi di considerazioni torniamo in albergo e ci prepariamo alla cena di gala.

Imponente è il termine appropriato per definire il tutto, dal parcheggio dove tranquillamente sostano centinaia di Harley, alla struttura che ci accoglie, al servizio impeccabile e finanche al menù. Veramente bravi, complimenti.

Bottone alle 9.30 partenza alle 10.00, senza fretta ci incamminiamo sulla via di ritorno, il tempo si è dimostrato clemente ed uno splendido sole ci ha accopagnato fin qui, e allora all’altezza di Siena si mette la freccia e ci dirigiamo verso uno dei più bei percorsi stradali del centro Italia.

Sua maestà la Chiantigiana la strada che da Siena a Firenze attraversa tutta la zona del Chianti. Una breve sosta rifocillante in quel di Greve e poi di nuovo in quel paesaggio che ci fa sentire come in un quadro di Leonardo. Tutte le cose belle prima o poi giungono al fine, l’ultimo tratto di strada quasi sempre è dedicato al ricordo dei giorni appena trascorsi, ed unitamente ad un senso di soddisfazione si affaccia al pensiero anche un moto di gratitudine, è rivolto a quelli che Ci e Mi permettono di vivere esperienze simili, sia che stiano davanti o dietro, o anche nel mezzo, non fa differenza, chi ci osserva non vede questo.

Vede solo il Roma Chapter in Azione !!

Alla prossima. By Moschet.
Piè veloce.