Editoriali

MOTOPOLENTATA 2024

Motopolentata, ovvero:
“Coprite che fa freddo.”
Domenica 4 febbraio ore 9.30, arrivo alla stazione di Servizio Salaria est, il sole è già alto e la giornata promette bene, tutto perfetto, tutto secondo copione, tutto, tranne un piccolissimo particolare. È freddo, dannatamente freddo.


Non che uno sia aspettasse i 20 gradi di Aprile, d’altronde siamo in pieno inverno. Ma come molti di voi già sapranno, al Roma Chapter vige una regola sottintesa, che relega l’opportunismo nell’angusto spazio delle cose inutili. Perciò se buon senso vorrebbe che: d’inverno al mare e d’estate in montagna, noi ovviamente facciamo il contrario. Per questo un accenno di calore primaverile, oggi non guasterebbe affatto. Pur vero è che trattasi di un run molto particolare, dedicato alla degustazione di una prelibatezza nazionale, difficilmente reperibile e poco indicata sulle balneari tavole.

Veneta di nascita e Italica per elezione, cibo semplice e versatile, nutriente e di poca spesa, come quasi tutti i piatti considerati “poveri” che nel tempo hanno a buon diritto, conquistato i palati di mezzo mondo, sua maestà la Polenta è la protagonista dell’odierna missione. La varietà di fattura in cui questa pietanza può essere offerta, è molteplice, come il numero delle città che l’hanno inserita nella tipicità della loro cucina, uniche regole costanti, la stagionalità e la località. Si mangia in inverno e si mangia in montagna.

Ora, è risaputo che di montagne vere e proprie la nostra regione è sfortunatamente orfana, ma in compenso godiamo di un alta collina di tutto rispetto e comunque, volendo, l’Abruzzo
l’abbiamo sempre dietro casa.

Ciò detto, tra la fastidiosa presenza di una temperatura così rigida e la cosciente consapevolezza dell’itinerario che si andrà a percorrere,
stamane al momento della “vestizione” ho fatto tesoro di antiche reminiscenze giovanili, laddove una mamma sempre attenta e sempre più angosciata dall’ immatura spensieratezza del proprio rampollo, al mio saluto, rispondeva con l’abituale ed eterna allocuzione, che ad ogni brumosa latitudine del pianeta, instancabilmente ripetono tutte le apprensive mamme del mondo “coprite che fa freddo.” Anche stavolta la risposta all’invito è stata numerosa, non siamo ai numeri dell’amatriciana svoltasi nell’autunno appena trascorso, ma ci siamo vicini, le domeniche degustative riscuotono sempre un notevole successo, chissà perché? Un saluto ai presenti e un cappuccino caldo rinfrancano lo spirito e la materia.

Ci apprestiamo alla partenza, un piccolo briefing giusto per mettere a punto gli ultimi particolari sul percorso e sulla formazione. Il Safety perentoriamente menziona le sue istruzioni, ed elargisce pazientemente raccomandazioni da non sottovalutare mai, i Road e l’Head rivedono ancora una volta il tragitto, il Direttore controlla tutto e tutti….”non è vero” il Direttore è tranquillo, conosce perfettamente i “Suoi” e ripone in loro la massima fiducia. Ancora due parole da parte del Segretario che assieme al benvenuto ai nuovi adepti, ci comunica la chiusura della campagna abbonamenti. Siamo ingranditi ancora, 232 iscritti per il “campionato” 2024.

I numeri sono per loro natura stessa inoppugnabili e inequivocabili, la loro interpretazione può avvenire solamente attraverso una osservazione di carattere scientifico, in caso contrario si sconfina nell’universo delle opinioni e si sa, la matematica….. Un numero in ampliamento rappresenta implicitamente un incremento in aggiunta, comunemente definito crescita.


Questa è l’interpretazione data dal metodo. Questo è.

Puntuali, attendibili, precisi e freddi numeri, ci evincono al fatto, lo pongono crudamente all’evidenza e si fermano lì.
Non rivelano come questa crescita sia avvenuta, né ci dicono il perché, tantomeno si prendono la briga di illuminarci sui processi, che hanno permesso il pervenire di tale risultato. Per capire tutto ciò dobbiamo chiedere soccorso ad un altro tipo di osservazione, un’altra natura di carattere più speculativo, che al di la di ciò che l’arida evidenza dei calcoli dimostra, ci indichi come questo si possa coniugare con la nostra biografia.

Parliamo di Attenzione di Considerazione e di Riflessione. “Abbasso la visiera innesto la prima e vado” molto bello, molto poetico e forse anche un po’ retorico. Una volta lessi un libro dal titolo “Il Dio delle piccole cose” mi fece capire che sono loro a partorire quelle grandi. Quanto lavoro, quanto impegno, quanta dedizione e quanto sacrificio, ci sia dietro la spensierata vita del nostro Chapter, richiederebbe un
attimo di Attenzione in più, il senso di vincolo che alcuni di noi del tutto gratuitamente dimostrano, meriterebbe una Osservazione più accurata di quella che a volte concediamo e l’onere poi, che ciò rappresenta dovrebbe indurci ad un Riflessione più consapevole nei confronti del mondo sotterraneo che concorre al nostro godimento e alla nostra soddisfazione. Può essere una bella fotografia da conservare una tavola bene imbandita un panorama che ci incanta la scoperta di borghi o di paesaggi incantati la
nascita di nuove amicizie la cronaca di una esperienza, e ancora e ancora fino a che, dall’assemblaggio di molteplici piccole cose e attraverso l’opera di umili ingranaggi, ne nasca una grande e importante. Rappresentata per l’oscuro modo in cui l’universo opera e per quel tanto d’ ironia che la sorte pretende a se stessa, da un semplice ma in questo caso inequivocabile, numero, il #9076. Tutto ciò si potrebbe tranquillamente riassumere in una elementare frase “nulla accade mai per caso.” Si parte, la Sabina ci attende, è qui a nord di Roma che possiamo trovare l’habitat prediletto dalla nostra preda.


Abbiamo in passato già speso molte parole per descrivere i paesaggi che questa porzione di regione offre. La bellezza ancora incontaminata dei suoi luoghi, i percorsi motociclistici a volte aspri ed impegnativi ma comunque divertenti, la cromaticità delle sue campagne e la vivacità dei suoi boschi, riguardo ai quali ci attende una piacevole sorpresa. L’Head deve, per ottenere un incarico così prestigioso, possedere alcune doti fondamentali. Di ascetica stabilità psichica di certosina pazienza, di mistica serietà e di molto molto altro ancora. Attributi questi, dei quali il “nostro” non solo non capisce l’utilità, ma che percepisce addirittura come limitazioni alla sua inventiva.


Lui è stato scelto perché è sadico e in quanto tale i suoi tracciati sono i migliori del mondo. La formazione procede forse troppo tranquillamente, troppo, ovviamente per Lui, allora basta mettere la freccia a destra e nello spazio di un momento, conosciamo tutta la sua perversione. Siamo nel bosco in mezzo a faggi querce, macchia mediterranea e pascoli. Mancano solo i sette nani ma il resto c’è tutto. Una buona mezz’ora di motocross e siamo alfine giunti in prossimità della meta, si parcheggia e allegramente
andiamo ad affrontare il nostro compito.

Un ottimo ristorante dalla classica atmosfera rustica e casalinga ci accoglie, ed una stufa a legna scoppiettante ci offre il suo caloroso benvenuto. Un pranzo semplice ma di sicura sostanza dove sua maestà la polenta la fa sicuramente da protagonista, anticipata da un abbondante antipasto e
seguita da ottimi tozzetti tradizionali.

Tra una portata e l’altra c’è tempo per quattro chiacchiere al sole del cortile antistante, uno scambio di impressioni e lo spazio per approfondire nuove conoscenze. Lara sta facendo il grande salto, da semplice zavorrina punta alla patch di Lady Biker, la moto l’ha comprata e piano piano affronta il suo percorso.

Orgogliosamente mi racconta la sua prima esperienza in solitaria, un Roma Bologna pieno di iniziali preoccupazioni e di finali soddisfazioni. Simone ha approntato un incerto campetto di calcio con due porte immaginarie, gioca con un bambino, presumo il figlio di Mino e ovviamente perde già due a zero. Bob discute con Federico, sicuramente proporrà un giretto alternativo sulla strada di ritorno, giusto qualche centinaio di kilometri in più per assaporare meglio il gelo serale. Marco notoriamente
affetto da antropofobia è già alla moto con il casco indossato. Io osservo il tutto e cerco di raggiungere la “visione globale, ” quella che permette di percepire l’armonia.

Come proporre la medesima pietanza riuscendo a renderla sempre appetibile? se lo chiedessi a Sandro, la sua pluridecennale esperienza culinaria gli farebbe dire “cambiando i condimenti.” Questo è quello che indegnamente cerco di fare ogni volta che mi trovo a comporre queste poche pagine di report. Sono sempre moto, sono sempre viaggi e siamo sempre noi. Quale può essere la novità, la cosa che abbia la capacità di tenere vivo l’interesse del lettore e che lo porti a non abbandonare una narrazione altrimenti scontata?

La risposta esatta naturalmente non la possiede nessuno e potrebbe variare a secondo dei gusti personali di ognuno, quindi si va per tentativi. Di mio punto sulle sensazioni, su tutto quello che di impalpabile, ma sicuramente presente, avviene nel breve tempo in cui siamo assieme, su tutte le piccole magie esistenziali che accadono, mentre sembra che facciamo solo i bikers. Sarà giusto? Sarà importante? Sarà interessante? Ai posteri l’ardua sentenza e la porta sempre spalancata a chi
volesse portare un consiglio.

Quindi vince Bob e si va tutti a prendere un caffè sul lago del Turano, giusto il tempo per poter osservare con desolante attenzione, il preoccupante abbassamento di livello delle sue acque. Periplo del bacino e poi finalmente si imbocca la strada di casa. Il freddo ricomincia ad essere intenso, forse anche perché partiti dalla Roma Firenze, stiamo rientrando dalla Roma L’Aquila.

Adoro queste variazioni sul tema e con me le adorano le mie ginocchia, che domattina malignamente mi ricorderanno la vetusta posizione anagrafica raggiunta. Siamo ai consueti saluti di fine run, quelli che avvengono quando siamo tornati a casa….si fa per dire, a me mancano ancora una ottantina di kilometri e probabilmente visto che il sole è tramontato già da un po’ quelli più freddi. “Te lo avevo detto de copritte, nun me da’ mai retta sà.” Ma io mi sono coperto, forse però non come intendevi Tu. Non te lo dirò mai, domani quando ci sentiamo e mi chiederai come è andata, ti parlerò di una calda giornata passata assieme ai miei amici del Roma Chapter, cara Mamma questa soddisfazione alla mia età non te la voglio proprio dare, in verità non te la posso dare.


Significherebbe che hai ragione tu quando mi dici, che in fondo in fondo, seppur cresciuto continuo a non capire un……. Grazie a tutti per la
partecipazione grazie a tutti per la collaborazione e grazie a tutti per l’attenzione.

Statemisani.
By Moschet.