RUN del Molise 2021
Editoriali

RUN del Molise

Da tempo si mormora di una leggenda, questa parla di una terra che non esiste, di una terra talmente aspra che anche i romani, i longobardi e i borboni decisero di snobbare….sarà proprio così?

A pensarci bene questa regione, che ha fatto del detto “il Molise non esiste” il suo cavallo di battaglia negli spot turistici, entra nello scenario delle fantasie degli esploratori più curiosi, è la nostra isola che non c’è e noi siamo i bambini sperduti  capitanati da un Peter Pan che riceve del  “bel ragazzo” da una signora  in quel di Tagliacozzo sulla strada del rientro….ma procediamo con ordine.

Ci si ritrova alle 8.30 nella stazione di servizio “Tuscolana Ovest”, solite facce sorridenti, solita voglia di stare insieme e solita voglia di andare in moto; alle 9 in punto si parte alla scoperta di questo territorio immaginario ma non prima di vedere restituiti i gradi di officer a Cinzia con annessi applausi e congratulazioni di rito.

 Antonello, il nostro head, decide di intraprendere un percorso di avvicinamento alla terra incognita senza arrivare dritti alla meta, aggiriamo quindi la destinazione muovendoci verso sud dove una volta arrivati a Terracina ci si ferma per uno snack veloce a base di tielle, tipiche focaccine della zona farcite nei modi più disparati. Rifocillati proseguiamo ancora verso sud ma arrivati a Gaeta si abbandona il lungomare e si vira decisi verso l’entroterra sicuri di non aver creato sospetti sulla nostra meta reale.

 Arriviamo quindi a Venafro, avamposto della terra molisana, e qui la sorpresa più grande!

Al bar centrale del mitico Emiliano troviamo ad aspettarci una fronda di vecchi amici tra i quali spiccano un monumento alla sapienza dei bicilindrici Harley Davidson nei panni del neo papà Gianluigi, un  rubacuori incallito alias Stefano e il tatuatore più in della zona, nientepocodimenoche Giovanni, artista della pelle senza eguali.

Baci abbracci, sempre nel rispetto delle regole con mascherine e distanziamento d’obbligo, e via ai festeggiamenti, organizzati in sordina dal nostro Valerio, maestro nella difficile arte del coordinare  e soddisfare i gusti e le esigenze dei centauri del Roma Chapter .

A nulla sono valsi quindi i nostri tentativi di arrivare di sorpresa nella terra del mistero e dell’immaginario, ma ce ne facciamo ben presto una ragione e brindiamo all’incontro con questi amici di vecchia data oltre che  compagni di viaggio affidabilissimi con i quali abbiamo girato per mezza Europa.

Soddisfatti i nostri appetiti grazie ai taglieri generosissimi preparati da Emiliano e annaffiato il tutto con del buon vino fresco rosé ci prepariamo per un breve run che ci porterà sino a Campitello Matese; attraversiamo strade con panorami mozzafiato e con ancora sprazzi di neve nel vicino fuoristrada, abbiamo incontri ravvicinati con greggi di pecore e con mucche che ci guardano incuriosite lasciandoci passare con noncuranza.

  Sembra sul serio di essere nel regno di Narnia come alcuni autori hanno paragonato la regione dei tre vulcani e del fiume Lete, il leggendario fiume dell’oblio che tanto ha in comune con il corso d’acqua che ci accompagna per buona parte del viaggio.

E come in tutte le avventure degne di nota sorgono degli imprevisti che ci rallentano, tra una reazione allergica e un giramento di testa non ci facciamo mancare nemmeno un mini tamponamento che per fortuna ha sole conseguenze di carrozzeria.

La nota lieta è che tutto si risolve grazie al gruppo che dividendosi momentaneamente garantisce il prosieguo dell’escursione e l’assistenza necessaria ai meno fortunati ma con il sorriso stampato sulle facce di tutti….

Niente può fermare il Roma Chapter!

Dopo un veloce caffè in una  baita di montagna incantevole ci dirigiamo verso l’albergo Europa che ci ospiterà per la notte; arrivati abbiamo  giusto il tempo di depositare i bagagli che ci muoviamo alla volta di un’altra sorpresa: il Cadillac Ranch.

Siamo catapultati in un’atmosfera da happy days, infatti il locale ci accoglie con auto americane sapientemente riconvertite in tavoli , portatovaglioli creati da targhe americane, scorci di subway e bagni dove l’acqua sgorga da pompe di benzina.

In questa atmosfera da american graffiti sonnecchiano tranquilli i nostri bicilindrici americani mentre noi gustiamo alette di pollo piccanti, succolenti hamburger, tagliate di carne, onion rings, patatine, focacce e altre pietanze annaffiate con della buona birra alla spina.

Tra una risata e l’altra non dimentichiamo comunque la normativa stringente che ci impone un ritorno entro le 23 all’albergo designato a sollevare le fatiche del viaggio.

La notte scorre tranquilla tra un russare alieno, una litigata di gatti e una piacevole temperatura.

La mattina ci attende con un cielo che non promette nulla di buono, infatti dopo la colazione ci presentiamo all’appuntamento fissato alle 10 per la partenza, vestiti di tutto punto per salvaguardarci dalla pioggia, pioggia che arriva come promesso dalle previsioni meteo.

Fa nulla, ci mettiamo in fila indiana e riusciamo anche a goderci una bella “smotazzata” sotto l’acqua scortati dai nostri road captain: direzione Tagliacozzo.

Intorno alle 12 finalmente smette di piovere, facciamo una breve sosta per il rifornimento e ne approfittiamo per toglierci le tute antipioggia arrivando puntuali per l’ora di pranzo.

Sul posto ci dividiamo : chi al ristorante, chi ad una panineria, chi in gelateria o in pasticceria, ognuno pronto ad assecondare le proprie esigenze di appetito.

E ancora una volta la magia: sulla porta che conduce alla piazza principale una bella targa che recita: Sentiero degli amici…. Un’altra coincidenza?

Approfittiamo della momentanea apertura del cielo per prepararci al rientro, ovviamente scegliendo la tiburtina che con le sue curve e controcurve con tornanti annessi ci coccola, ci culla lasciando che la mente vaghi nella memoria del percorso appena compiuto, come sempre foriero di allegria e tanta voglia di cavalcare i nostri destrieri di acciaio.

 A distrarci dai nostri pensieri ci pensa ancora una volta la pioggia, c’è chi si ricopre con la tuta antipioggia e chi incurante decide di non farlo, d’altronde mai due gocce d’acqua potranno fermare gli esploratori della terra che non esiste!

A tal proposito dopo la nostra visita quel territorio riacquista il colore bianco, quel colore tanto ambito dopo  l’ anno e mezzo che  ha sconvolto nelle nostre abitudini….sarà anche questo un caso? Lo scopriremo al prossimo run , daje facciamo tornare tutta l’Italia in bianco!

By Carlo Pagliaro