Editoriali

CASTELLUCCIO DI NORCIA 2022

Una gita a Castelluccio,ovvero:
Quando la natura dipinge.

Dicono siano di buon auspicio, specialmente se mangiate l’ultimo giorno dell’anno, la promessa è quella di portare abbondanza economica.
Ovviamente si tratta di leggenda, ma nel dubbio la tradizione viene regolarmente rispettata, poi per i soldi c’è sempre tempo. Forse è anche per questo, che nel decidere la meta per una delle tante uscite domenicali, previste nella nostra agenda, la creatività degli Activities è stata ispirata da questo legume. Quindi domenica 26 giugno Tutti a Castelluccio a vedere Lenticchie. Ogni soldato ha la sua bandiera e la sua divisa, come ogni sportivo ha la sua casacca e i suoi colori, ed ogni singola persona i suoi principi ed i suoi valori. A volte si tratta solo disemplici simboli, ma innegabile è la loro forza ispiratrice, come altrettanto evidente è la determinazione che suggeriscono. Noi non dobbiamo vincere guerre, ne competizioni, ne tantomeno dettare regole di vita, noi, e questo è vero, vogliamo solo divertirci e farlo sfruttando la nostra passione per le due ruote, la nostra e quella di chi la vuole condividere con noi.

I nostri colori li abbiamo sulle spalle e la nostra bandiera la portiamo cucita sul petto, la nostra “missione” è quella di sconfiggere l’apatia, per questo la nostra scelta cade sempre sulla sella e mai sul divano per questo preferiamo essere più curiosi che annoiati, per questo fra le tante parole che possono giustificare la rinuncia, scegliamo sempre un “noi si va.” Castelluccio di Norcia, la destinazione di questo “run” non è nemmeno così distante da
significare l’orario della partenza, a meno che…..non ci sia qualche variazione sul tema, conferma prontamente ricevuta al primo contatto con un Road, le cose dirette lasciamole agli altri. Ad Orte usciamo dall’autostrada direzione Spoleto, l’adesione all’evento è stata discreta ed i soliti 40 gradi promessi dalla regione Umbra, come sempre non ci hanno intimorito per niente, mentre siamo sicuramente più attratti da quello che ci offre la prima sosta che avviene a Visso. Chi non conosce la pasticceria Vissana, ovviamente non può capire, ma è garantito, ciò che si può “purtroppo” solo vedere sui suoi banconi è unico nel suo genere, e comunque c’è sempre chi un piccolo strappo alla regola, davanti a cotanto ben di Dio, se lo concede.

Ripartiamo con il meteo che ostinatamente non si smentisce, anche se l’ombra garantita dalle gole della Valnerina riesce ad attenuare la sensazione di caldo percepita, mentre la bellezza del percorso ci porta altrove coi pensieri. Arriviamo dall’alto e l’impatto visivo è impressionante, nonostante la siccità che ha in parte compromesso la fioritura, la piana si presente comunque variamente colorata, con una cromaticità incantevole. Non è la prima volta che
vedo questo spettacolo, ma il risultato è sempre lo stesso, mi commuove. Siamo ancora nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini a 1450 metri d’altezza, Pian Grande Pian Piccolo e Pian Perduto fanno da sfondo ad un promemoria che la natura ha posto lì a rammentare l’unicità della sua vena artistica.

È quasi ora di pranzo, lasciamo la valle in direzione Cascia dove pochi kilometri prima, in località Serravalle, ci concederemo un lauto pasto. Alcune persone sono presenti anche quando apparentemente non sembrano essere con noi, influiscono su quello che ci accade intorno e la loro assenza è una semplice formalità, lo capisco e ne ho conferma, quando finito di mangiare chiedo ad Alessia chi ha scelto il ristorante d’altronde siamo pur sempre in alta collina, questa è terra di Lupi, si sa.

Per il ritorno si sceglie ovviamente un altro percorso e quindi direzione Leonessa, rientreremo dalla Salaria, un milione di curve, forse per facilitare la digestione, ora il caldo è opprimente e il non pensarci serve a poco. Acqua, acqua fredda e ghiaccioli, alla prima sosta disponibile ne facciamo incetta e dopo, solo dopo pensiamo ai rifornimenti di carburante, dai ragazzi un ultimo piccolissimo sforzo e siamo a Fiano, da lì prendiamo l’autostrada e in un momento siamo a Salaria Ovest, anche questa è fatta.

Traspare dai volti una certa soddisfazione, che pone in secondo piano il sudore e la stanchezza, sicuramente non abbiamo scalato l’Everest, non lo facciamo mai, siamo bikers non alpinisti, siamo solo riusciti a vincere un’altra piccola battaglia contro il “chi te lo fa fare” e contro il “ma co’ ‘sto caldo….” Ci accontentiamo di poco, una domenica passata in “famiglia” facendo quello che più ci rappresenta e ci unisce, percorrere la strada. Una menzione speciale a tutti gli Organizzatori, quelli presenti e Quello non, ai nostri instancabili Road ed al nostro particolarissimo Head, tale “ Ernesto me incazzo presto, ma so’ bono pe’ tutto er resto” e…… a un Casco Giallo che stavolta ci ha coperto le spalle. Nel salutarvi vi ricordo il prossimo impegno del Chapter, dove la nostra partecipazione sarà preziosa.

Ci vediamo al Latinum.
By Moschet.