Editoriali

SUMMER FEST AND TURANO RUN

Ovvero: Tutto e di più.

Trovare un aggettivo utile a definire la settimana appena trascorsa, quella dal 18 al 24 Luglio, in relazione alle attività svolte dal Roma Chapter, è cosa solo apparentemente semplice e mentre procedo nella ricerca, scopro forse l’unico che assolutamente non si può usare. Statico.

Si inizia martedì con la cena dei volontari del Latinum, giovedì tutti al Fregene night, sabato la nostra splendida Summer Fest e domenica mettiamo la ciliegina sulla torta, con un run tutto casalingo sul lago del Turano.

Senza nulla togliere ai precedenti eventi, ma solamente per ovvie ragioni di spazio, in questo report ci dedicheremo solo agli ultimi due. E quindi siamo in quel di Fregene è sabato sera ci troviamo beatamente accolti, grazie soprattutto al nostro fratellino Xavier, nello stabilimento dell’Aeronautica Militare e ci accingiamo a goderci la nostra Summer Fest.

È questo l’appuntamento annuale di tutti i soci poco prima della pausa estiva, ci si ritrova per stare ancora una volta assieme e per augurarci buone vacanze. Simpatia è una parola comune nel nostro lessico quotidiano, la abbiamo ereditata dai greci che le davano una accezione leggermente più profonda di quella che intendiamo noi, per loro si trattava di “pathos” quindi sicuramente sensazione, ma ancor di più emozione.

Raramente mi capita, penso di avere su questo piano, un carattere difficile, di natura sono un solitario, ma alcune volte quando vivo momenti “ familiari” come questo, rimango piacevolmente colpito.

Persone che lavorano per Te, che impiegano il loro tempo e le loro energie per farTi stare bene, che come tutti noi hanno i loro problemi, ma che per l’occasione e nonostante questo, hanno ancora un sorriso da spendere e lo regalano a Te. Parlare dell’organizzazione mi sembra veramente superfluo, parlare degli organizzatori un onesto e sincero tributo, sono loro, in ogni occasione, quelli che compiono il “miracolo” e fanno si che piantando un seme di simpatia germogli un fiore di gioia.

Divago, scusate….quindi si mangia si beve si parla si ride si scherza e si balla, la serata procede amabilmente e ad un certo punto una voce amplificata ci invita a recarci tutti in spiaggia è il momento dei “colori” Li guardo i “papabili” e mi torna in mente l’intensità con cui ho vissuto questo evento quando è toccato a me. L’ho sempre definito il momento in cui ricevi le chiavi di casa, un atto di fiducia nei Tuoi confronti e un attestato di stima, che non dovrebbe significare assolutamente ( bravo ce l’hai fatta ) ma che intende dire ( da oggi ancora di più ) più impegno più rispetto più tante cose, ma soprattutto più cooperazione, perché ora, questa casa è anche tua, tu ci vivi e lei vive con te e per te, Trattala bene. Una matriciana veloce e poi a nanna che domani si va in moto.

Appuntamento alle 9.30 e partenza alle 10.00 Perfetto, è anche un orario relativamente comodo tant’è vero che sono il primo ad arrivare, non mi era mai accaduto, mentre aspetto gli altri prendo il telefono ci sono notifiche su WhatsApp, scorro velocemente e apro la pagina dedicata al run odierno e li comincia il tragico.

La faccia sorridente di Bob davanti ad un vassoio di mignon ci invita a non fare tardi per la colazione, ma quale colazione? Io sono qui e non c’è nessuno!! È questione di un attimo e realizzo l’accaduto. Si può chiamare in 2 modi, visione selettiva, ovvero il nostro cervello che svolge miliardi di sinapsi al secondo, quando incontra immagini conosciute, impegna una attenzione minima. Oppure si può chiamare rincoglionimento, fatto sta che dopo aver letto per 4 volte orario e luogo, sono tranquillamente andato da tutt’altra parte. Niente di irrimediabile è presto posso ancora raggiungerli, parto a razzo accendo il tom tom e……sbaglio di nuovo l’uscita, “ io devo da annà a letto presto la sera “ non ce la farò mai, per fortuna che Santo Mauro, invocato telefonicamente e messo al corrente della situazione, mi consiglia di interrompere l’inseguimento prima di arrivare in Norvegia, e di attenderli al casello preposto, molto meglio così.

A Vicovaro Mandela mi unisco finalmente al gruppo ed inizia il mio secondo run, il primo l’ho fatto da solo per arrivare fin qui. Il gruppo è numeroso e alla prima sosta sul lago del Turano approfitto per salutare e per concedermi allo sberleffo di tutti. Il tempo di bere un ettolitro d’acqua ognuno e ripartiamo alla volta di Vivaro, un piccolissimo borgo medievale posto fra le province di Rieti di Roma e dell’Aquila, oggi anche questa è una delle nostre mete.

All’arrivo sembriamo una carovana di Tuareg che ha appena attraversato il Sahara, mi torna in mente quello che ho pensato ieri sera durante la consegna dei colori e in rapporto a quei signori e a quelle signore che vedevo sinceramente emozionati. “ Guadagnare i galloni sul campo “ molti sono qui e credo che loro sappiano come si fa. E poi si mangia si scherza si ride si beve poco e soprattutto non si balla è meglio di no. E dopo aver goduto della splendida accoglienza ricevuta salutiamo questa piccola gemma Laziale e ci rituffiamo sull’asfalto bollente, andiamo ad Arcinazzo. Venti litri di sudore dopo, siamo arrivati, ora lo spazio tempo lo misuriamo così.

Ci ritroviamo in un oasi di fresco e ne approfittiamo per ingollare altri due ettolitri di liquidi a testa e gustare dei ghiaccioli quantomai benedetti, poi, come tutte le pietanze che vanno ben cotte, ci rimettiamo nel forno. Una sorpresa la abbiamo quando usciti dall’autostrada ci fermiamo alla stazione di servizio per i saluti, non c’è il bar, il neo Head Roberto Bob rischia di battere il Guinness dei primati, per la minor permanenza nella carica e rischia la lapidazione, c’è mancato veramente poco. Siamo tanchi, appiccicosi come il vischio e bruciacchiati qua e la, però parliamo scherziamo ridiamo non beviamo ma qualcuno accenna un passo di danza………….

Alla prossima. By Moschet.